29 marzo 2012

Fulmine

Nulla da fare.
Piacere fa sempre piacere.

Anche se si tratta di un timido avvocato di quelli da macchietta: cicciotto, pelato seppur giovane, timido da far diventare rosse le orecchie. Le sue.
Mi avvicina a testa bassa e mano tesa alla fine della conferenza, io pronta alla fuga verso l'uscita lato destro.

"Posso darl... ehm ti del tu? Bel.. ehm brava. Ehm, ti volevo dare una notizia esclusiva..."
"Esclusiva?"

Mi guarda le scarpe (rosse), poi me daccapo.
"Tieni, questa e' una mozione che ho scritto. Privato, te ne prego".
E mi allunga contemporaeamente un foglio scritto in legalese e un bicchiere di champagne.

"Grazie, eh, devo scapparne...."
Lo mollo, sollevata.

Arrivo a casa e trovo l'email.
Oggetto: confidenziale.
PS:  sei piu' bella delle tue foto online.

Piacere fa sempre piacere.


23 marzo 2012

Essere gay e' figo?

21 marzo 2012

Come lo dici a mamma?

"Un consiglio. Non fare coming out al telefono," dico.
"E a chi mai verrebbe in mente, scusa?," mi sento rispondere.

A me, ovviamente. E allora ricordo.
Quella telefonata non prevista, anni fa.
Iniziata col "Ciao, piove li da voi?", continuata con "Mamma sto con lei".

Finita, con un imprevisto: "Lo immaginavo. Immaginavo da anni".
Nessun trauma, nessun urlo, nessuno scandalo.

Solo un rimpianto. Quello di essermi bruciata il coming out piu' importante cosi', con una telefonata anonima.

15 marzo 2012

Cassata

Perdonamela, ma questa cosa non la condivido, Cassazione.
Oggi hai depositato una sentenza, per alcuni storica, che dice che "I gay hanno diritto a una vita familiare".

Certo, non al matrimonio. Non al diritto di convertire in Italia un matrimonio contratto all'estero, ma al "vivere liberamente una condizione di coppia".

Grazie tante, Cassazione.
C'e' davvero bisogno di una sentenza per sentirsi autorizzati a vivere la vita di coppia?, mi chiedo.

I diritti si concedono, oppure no.
Non si mediano, non si centellinano, non si tentennano.

Il diritto a vivere una vita di coppia io gia' me lo sono preso, Cassazione.

Lo uso fino in fondo quando porto la mia ragazza alla cena di Natale.
Quando la asfissio con le mie beghe familiari, quando compro un mazzo di fiori perche' so che cenera' da me.
Quando i soldi in tasca li metto in comune per pianificare le vacanze.
Quando stampo foto insieme da mettere al muro, mute e pubbliche.

Anche quando spero che un giorno cambierai idea, Cassazione

10 marzo 2012

Out


Vivere la vita da donna gay dichiarata, lavoro-casa-famiglia-censimento, ha pregi e difetti.
Pregi, perché dopo un po', ti dimentichi del tutto di essere diversa, o forse diversa. Difetti, perché dopo un po', se lo dimenticano anche gli altri.
Ecco allora che una tua collega, presa dall'entusiasmo di un venerdì pomeriggio che si avvicina alla fine, urla attraverso la redazione: "Contenta che venga a trovarti la tua ragazza, questo week-end?".
Entusiasmo che prima di arrivare a destinazione attraversa il mio capo.
Succedeva qualche settimana fa. Da allora, qualcosa è cambiato.
Il capo sorride meno. Ha un'espressione un po' rigida quando mi guarda. Non innervosita, non antipatica: di plastica.
Parliamo di lavoro senza sfiorare territori delicati, il mio tempo libero è off-limits.
Di discriminazione ovviamente non si può parlare, sarebbe in torto lui, spalle al muro di fronte alla legge, alla società e alla tanto proclamata diversity.
Anche perché nessuno potrà mai dimostrare la causa di questo cambiamento, reale o percepito.
Io? Lei? L'articolo da mettere a posto? Un dolore alla schiena tornato in modo improvviso quel venerdì pomeriggio?
Che in fondo a me non interessa.
E neanche a lui, dato che quando ieri ho presentato le dimissioni, è tornato a sorridere.

1 marzo 2012

Vertical

Alla fine abbiamo fatto anche questa.
42 piani a piedi, tipo 900qualcosa gradini, per raggiungere la punta di uno dei grattacieli di Londra.
La chiamano Vertical Rush. Ci pensi un sacco, e in meno di 10 minuti e' finita.
Tutto a fine di bene, ovviamente.

Muscoli sfibrati, acido lattico accumulato, primi segni di disidratazione.
Ecco allora che su in cima ci hanno distribuito pillole energetiche pensate per il fabbisogno dell'uomo (wellman) e della donna (wellwoman).

Rosa e blu, che pare che a scopi pubblicitari lo stereotipo vada benissimo.
Io, tanto per stare sicuri, ne ho presa una e una.