4 novembre 2008

Parità

Ma che parità e parità. Qui sono le donne, seppur lesbiche, a dover fare il lavoro duro.
Il mio collega si è arreso subito. Ha ammesso la sconfitta dopo meno di un minuto.

"No, non c'è un buco per me".
Il buco, prima che qualcuno fraintenda, è la presa della lampada sulla sua scrivania. Da mesi inesorabilmente spenta.

"Vabbè, faccio io", mi sono proposta. Mi piace calarmi nei panni dell'idraulico/meccanico/arrotino/muratore/arrotino/caldarrostaro, con risultati altalenanti.
"Guarda, ti dico, non ci sono spazi liberi".
"Scommettiamo?", gli rispondo con aria di sfida.

Ho afferrato forbici e cavi e sono scomparsa sotto la scrivania.
Ho scollegato e incrociato fili a caso. Ho sbuffato e tagliato fascette.
E luce fu.

Lui, comodo, mi guarda dalla sedia girevole.
"Grazie, brava. Si vede che non sei una vera donna".
"Eeeeeeeeeeeh?", lo guardo storto.

"Ma sì dai. Una donna normale, che gli piacciono gli uomini insomma, non lo avrebbe fatto. Però puoi recuperare. Vai a fare il caffè?".

Svilita, braccia penzoloni, mi avvio alla macchinetta e inserisco il bicchiere nell'apposita fessura.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bentornata,ti leggo sempre con piacere :)

Buona giornata!

Anonimo ha detto...

che tristezza