25 dicembre 2010

E poi Natale

Ultimi preparativi prima del pranzo.
Mia sorella gioca con la nuova piastra per i capelli. Multifunzione e multicolore.
Io, disperata, cerco un martello.
Quale migliore festeggiamento di inficcare qualche chiodino nella libreria?

"Mi piastri i capelli? Dietro non arrivo!"
Urla di disperazione.
"Arrivo, arrivo".

Lascio il martello, la famiglia chiama.
Auguri.

22 dicembre 2010

Kasa

"No, dai il 25 proprio no. Quando a ottobre ho fatto la pianificazione dello studio ho fatto una croce sul 25. Dai, è Natale. Dobbiamo aiutare mamma a cucinare, scartare i regali. E poi c'è la messa."
"Ah, perché vai a messa?".
"No, certo che no! Messa? Però c'è. Quella di mezzanotte, delle 10, delle 11. Dai, non si può andare a fare il bagno al mare quando la gente è a messa".
"Già..."
Mia sorella, l'unica razionale del branco, tanto razionale che si discute ancora chi l'abbia abbandonata sugli scalini davanti a casa, approfitta della mia posizione di debolezza.
Da sotto le coperte, con maglietta, felpa, pile, sciarpa e altra sciarpa, temperatura sotto l'ascella 38 e qualche cosa, annuisco convinta.
Certo, il 25 è meglio non andare al mare. No.

17 dicembre 2010

Mi trasporti su una rana?

Qualche giovedì sera è più fortunato degli altri.
Un dolce ospite mi accompagna a bordo vasca, vestito di lana, calze spesse e stivali sostituiti dalle ciabattine.

Io, nuoto.
Nuoto con le lesbiche.
Butch nella prima corsia, signorine nella seconda, e non meglio definite nella terza.
Nuoto nella terza.

O meglio, vorrei nuotare.
Se non che l'allenatrice, contagiata dall'atmosfera festosa e dalla neve che aspetta di cadere dalle nuvole oltre la vetrata propone i giochini, stasera.

Ranocchia, orsacchiotto e paperella, tutte a battere i piedi appese al galleggiante.
Io appesa, qualcun altro piegato in due.
La mia ragazza, che a bordo vasca sta male dal ridere.

7 dicembre 2010

Barbie shopping

La domenica è centro commerciale.
Anche quando è lunedì di vigilia di una festa comunale, e lascio a voi indovinare quale.

Corridoi affollati da cappotti che si muovono, masticano gomme e anelano patatine fritte.
Rigorosamente Burger King.

Per me ha deciso il destino. Uscirò dal complesso addobbato con 10 euro in meno.
Io li vorrei investire in un pile da montagna arancione.
Caldo, originale, morbido. Che più lo guardi, meno ne puoi fare a meno.

Qualcuno non è d'accordo, e lascio a voi indovinare chi.
Una mano mi prende e mi trascina in un negozio di intimo con mutande perizomate rosse in vetrina.
Orrore, mi ritrovo in camerino a provare un reggiseno push-up.
Nella destra la terza, nella sinistra la quarta. Sì, le taglie.

Lo guardo, mi guardo e smorfio.
Pare che non se ne possa fare a meno.
Tanto, per combattere il freddo, c'è sempre il cappotto.