Non era prevedibilie. Che nel giorno del Santo Stefano mio padre si imbucasse a vedere la mosta della Pixar con me e la mia ragazza, retrocesse a quattordici anni e qualche mese per l'occasione di passare le feste in famiglia. Nella stessa città.
Trascinando la mia saggia sorella nel processo di integrazione familiare.
Non era prevedibile.
Che si scoprisse, o noi scoprissimo, che è un fan sfegatato della Pixar.
Di cui conosce data di fondazione, passaggio di proprietà, eventi significativi tra cui la registrazione del marchio del software che fa muovere Toy Story.
Non era prevedibile.
Che fosse pratico di rendering e montaggi, effetti ottici e sequel. Tanto che, su richiesta di foto a tre davanti al mostro di Monsters & Co, per l'eccitazione del momento girasse un video di 15 secondi di noi, immobili, sorridenti.
Trascinando la mia saggia sorella nel processo di integrazione familiare.
Non era prevedibile.
Che si scoprisse, o noi scoprissimo, che è un fan sfegatato della Pixar.
Di cui conosce data di fondazione, passaggio di proprietà, eventi significativi tra cui la registrazione del marchio del software che fa muovere Toy Story.
Non era prevedibile.
Che fosse pratico di rendering e montaggi, effetti ottici e sequel. Tanto che, su richiesta di foto a tre davanti al mostro di Monsters & Co, per l'eccitazione del momento girasse un video di 15 secondi di noi, immobili, sorridenti.